Cosa si intende per trasporto combinato?

Alcuni trasporti sono più semplici da organizzare e da gestire, in quanto prevedono la scelta di un unico tipo di traporto, ad esempio quello stradale. In altre circostanze, invece, è necessario affidarsi a soluzioni più complesse come il trasporto combinato

Si tratta di una particolare forma di trasporto intermodale, da non confondere con quest’ultimo né con il trasporto multimodale. Scopriamo come funziona il trasporto combinato, quali sono le differenze con il trasporto intermodale e multimodale e quando conviene scegliere questa soluzione per la movimentazione della merce.

Che cos’è il trasporto combinato

Il trasporto combinato prevede l’utilizzo di due tipologie di trasporto integrate, quello su gomma e il trasporto ferroviario o marittimo. In particolare, questa soluzione comporta un tragitto iniziale e finale che avviene tramite il trasporto stradale, mentre quello principale viene realizzato su rotaia o su nave.
In pratica, il trasporto combinato può essere definito come la combinazione del trasporto su strada e quello ferroviario o marittimo, ma con alcune restrizioni in merito alla percorrenza di ogni tipologia di trasporto. Nel dettaglio, è possibile distaccare tre fasi che caratterizzano il trasporto combinato:
• innanzitutto la merce viene caricata su un automezzo per realizzare il primo spostamento che avviene su strada;
• successivamente la merce viene trasferita su un treno o una nave, per effettuare la parte più lunga della percorrenza;
• infine la merce viene trasferita dal treno o dalla nave a un altro automezzo per coprire l’ultimo tratto e raggiungere la destinazione finale.
Nel trasporto combinato, dunque, il vettore su gomma si occupa soltanto delle fasi iniziali e finali del tragitto, mentre la parte principale della tratta avviene per ferrovia, per vie d’acqua interne o per mare. Le tratte iniziali e finali devono essere quanto più corte possibili, mentre la maggior parte del viaggio deve avvenire mediante il trasporto ferroviario o marittimo.

Come funziona il trasporto combinato in Italia e nell’UE

Nell’Unione Europea il trasporto combinato è regolato dalla Direttiva Comunitaria n. 92/106/CEE del 7 dicembre 1992, recepita in Italia dal Decreto Ministeriale del 15 febbraio 2001. La normativa sul trasporto combinato definisce una serie di regole e definizioni, individuando alcuni requisiti che questa modalità di trasporto deve possedere.
Prima di tutto, la parte iniziale o terminale del tragitto realizzata su strada non deve superare i 150 Km in linea d’aria. Per la prima parte del viaggio si considera la distanza dal punto di carico della merce al punto di imbarco della stazione ferroviaria o marittima più vicina. Per la seconda parte del viaggio, invece, si tiene conto della distanza dal punto di sbarco e il luogo di scarico della merce.
Un altro requisito che definisce il trasporto combinato nell’Unione Europea riguarda la distanza percorsa nella fase centrale del viaggio, ossia durante il trasporto su rotaia o via mare. In questo caso, la normativa europea e la legge italiana prevedono che la percorrenza debba superare i 100 Km in linea d’aria, sia se il tragitto viene effettuato per ferrovia, per via navigabile o per mare.
Il trasporto combinato nell’Unione Europea può essere effettuato da imprese di autotrasporto in conto terzi, con sede in uno Stato membro dell’UE o dello Spazio Economico Europeo (SEE). L’azienda di autotrasporto deve essere autorizzata allo svolgimento dell’attività di autotrasporto internazionale, inoltre i documenti da tenere a bordo durante il trasporto sono quelli definiti dal Regolamento CEE n. 881/92.

Le differenze tra il trasporto combinato, intermodale e multimodale

Il trasporto combinato è diverso dal trasporto multimodale e intermodale, quindi è importante le differenze tra queste modalità di trasporto integrato. Il trasporto multimodale prevede l’utilizzo di due o più modi di trasporto differenti per la movimentazione delle merci a destinazione, sfruttando per ogni tratta le soluzioni più convenienti, sostenibili e affidabili.
Il trasporto intermodale, invece, è un trasporto multimodale realizzato la medesima unità di carico, ossia lo stesso contenitore (una cassa mobile, un container o un semirimorchio). Per definirsi trasporto intermodale, dunque, la movimentazione della merce deve avvenire mediante diversi modi di trasporto (almeno due) senza che si verifichi la rottura di carico.
In questo contesto, il trasporto combinato è una particolare tipologia di trasporto intermodale, in cui si utilizza lo stesso contenitore per il trasporto delle merci e il tragitto viene coperto da automezzi e treni o navi: inizialmente e nella parte terminale dal trasporto su gomma, mentre in quella principale dal trasporto ferroviario o marittimo.

Quando conviene il trasporto combinato?

Il trasporto combinato garantisce alcuni vantaggi a chi ha bisogno di trasportare delle merci. Si tratta innanzitutto di una modalità di trasporto efficiente, in quanto l’impiego della stessa unità di trasporto evita la rottura del carico e agevola il trasferimento della merce da un vettore all’altro. Ciò consente di evitare l’utilizzo degli automezzi nelle lunghe tratte, concentrandoli nella realizzazione dei tragitti più brevi.
Un altro beneficio del trasporto combinato è la scalabilità di questa soluzione, soprattutto in Italia e in Europa grazie alla presenza di treni merci molto lunghi che permettono di ridurre i costi del trasporto e usufruire di tariffe competitive. È anche una modalità di trasporto più sostenibile, poiché l’impiego del treno per la parte centrale del viaggio consente di ridurre le emissioni di gas serra.
Il trasporto combinato però non è adatto a tutte le esigenze di trasporto, ma soltanto a chi deve movimentare grandi volumi di merci su distanze medio-lunghe, altrimenti è più conveniente il trasporto su strada. È inoltre fondamentale rivolgersi a imprese specializzate, in grado di organizzare al meglio il trasporto combinato e mettere a disposizione tariffe vantaggiose attraverso un’elevata capacità di negoziazione.
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